Mi chiamo Vittorio Nichilo, sono nato a Brescia nel 1974, città in cui vivo e lavoro ma sono metà pugliese, ho vissuto a Corato (Ba), un quarto piemontese, insomma un bel risotto, battuta che, essendo anche un quarto pavese, ci sta. 

Sono un insegnante di materie letterarie alla Virgilio, una scuola secondaria di primo grado.  Insegnare mi piace molto anche perché, quando non dovesse essere più così, amo sempre ripetere che mi ritirerò in campagna a fare il contadino.

Le cose belle nella mia vita sono sempre arrivate per caso o per un disegno ma con gioia: anche le scuole che ho frequentato, sempre con gusto. A me studiare è sempre piaciuto, perché l’ho visto come un modo per essere altrove rimanendo a casa propria.  Alle superiori ho frequentato l’Arnaldo, il liceo classico della mia città, anche se mi ero pre-iscritto alla Pastori, il nostro istituto agrario e quindi Lettere Moderne all’Università Cattolica nella sede bresciana di via Trieste, dove mi sono laureato, nel 1998, con Marco Bona Castellotti con una tesi su Faustino Bocchi, caricaturista bresciano del Seicento.

Nella vita però tutto si tiene: l’agricoltura doveva essere nella mia vita e l’agricoltura è stata, dato che sono un appassionato allevatore di galline francesi, razza Marans le galline di 007, e un orticoltore sia a casa mia che, quando riesco, a scuola con i miei allievi. Quando insegnavo a Gussago avevo ideato anche “Per un mondo più accOrto”, un corso apposito.

Le due altre grandi passioni della mia vita sono la storia, come vedrete navigando sul sito e sul blog, e la scrittura. Tra i miei maestri monsignor Antonio Fappani, il fondatore della Civiltà Bresciana, cui ho collaborato per diversi anni. Ho raccontato, per editori locali e nazionali, la storia di piccoli paesi e l’intreccio con quella più grande o la microstoria che si nasconde dietro ai grandi eventi. 

La scrittura giornalistica mi accompagna fin dal liceo dove avevo ideato Muse decrepite, o all’università dove ho fondato Caffè Trieste, rivista culturale che è stata una palestra per quanti  poi sono diventati affermati giornalisti. 

Da anni sono giornalista pubblicista e collaboro alla pagina culturale del Giornale di Brescia, una testata storica della mia città ma sono anche il direttore di Spirito alpino, il periodico del Gruppo alpini di Gussago. Del resto, per quel che riguarda Spirito alpino, era destino: sono stato un ufficiale di complemento dopo aver frequentato il 175° AUC a Cesano di Roma.

Scrittura storica, giornalistica ma anche teatrale: seguo le parole dove mi invitano a cercarle, con le storie che si portano dietro.  Mi sono appassionato al teatro grazie a William Shakespeare, il poeta della vita e dell’amore e a Gina Gatti, la mia professoressa di Inglese al liceo, e a Claudio Bernardi, il mio docente di storia del teatro.

E teatro ne faccio tanto a scuola con i miei allievi: mi piace rielaborare i classici perché, per quel che mi ha insegnato l’esperienza, i ragazzi li percepiscono come qualcosa di valore all’inizio e poi come una dimensione in cui rispecchiarsi. Da una decina d’anni ho ideato Classi(ci) in scena, premio Giovanni Canu, rassegna teatro per ragazzi delle medie che si tiene a Gussago, evento dedicato ad un mio collega scomparso prematuramente.

Scrivere, pensare ma anche organizzare la cultura: mi piace organizzare eventi culturali per la valorizzazione del territorio, come potrete vedere navigando nel sito.