copertina_civine_MediumIl volume, con una prefazione di Antonio Fappani e Carla Boroni, descrive in tre capitoli la storia della piccola ma pittoresca e caratteristica frazione del comune di Gussago (Brescia). Nel primo capitolo, utilizzando una serie di fonti eterogenee che spaziano dalla pergamena all’intervista agli anziani del paese, si traccia lo sviluppo del borgo e la sua storia fino ad anni recenti. Si parte così dalle prime testimonianze che, per ora, risalgono al basso Medioevo, il 1248, e ci raccontano di un borgo di contadini, pastori e boscaioli. Un’ipotesi dello storico Paolo Guerrini, hanno spesso collegato Civine a Suvigne, corte del monastero bresciano di Santa Giulia. Nel 1313 il dominus Bresciano da Civine partecipò al matrimonio di sua figlia, nell’ambito delle iniziative di pace tra guelfi e ghibellini. Nel resto del capitolo si risale il corso dei secoli, passando attraverso dominazione viscontea e veneta. Con l’arrivo dei Francesi, nel 1797, una piccola sorpresa: il paese diventa   comune, salvo poi ritornare frazione nel giro di poco più di un anno. Durante i moti risorgimentali Stefano Botti parteciperà alle Dieci giornate, salvo poi fuggire per evitare l’esecuzione capitale. Il Novecento vede le pagine dolorose della Prima e della Seconda guerra mondiale. Di particolare interesse la corrispondenza dei tre fratelli Arici, partiti tutti per il fronte ed internati in un lager tedesco. Questo primo capitolo si conclude con gli anni Sessanta e l’arrivo di don Pietro Chitò, il parroco che contribuirà al miglioramento della vita in paese, specialmente con la costruzione della strada che unisce al capoluogo Gussago.   Il secondo capitolo è dedicato alle tradizioni, particolarmente ricco in questa frazione. Tra le diverse leggende spicca quella dei Santi Abdon e Sennen e della Marte della buca. Quest’ultima, in parte con elementi autentici, riscoperti dal professor Giovan Battista Federici, ricorda l’amore alla Promessi sposi tra Marta Antonelli, una ragazza del paese e Ariboldo. Dopo le angherie di un signorotto della vicina Brione, tal Prospero, e numerose e fantastiche avventure, i due convoleranno a giuste nozze. Altra leggenda è quella della ruera verda, ovvero della quercia che, in prossimità del colle di Quarone, rimane verde anche in inverno, per un sortilegio, come raccontavano le antiche leggende. Il capitolo sulla religione guida alla scoperta della parrocchia dedicata a San Girolamo e ai santi copatroni Abdon e Sennen. Vengono elencate anche santelle e chiese, alcune non più esistenti. Completa il volume un appendice con il decreto per l’istituzione della parrocchia ed un appunto di san Carlo Borromeo al riguardo.