Il saggio ripercorre la percezione della battaglia di Solferino e San Martino e soprattutto i giorni dopo lo scontro nella stampa generalista dell’epoca, dai quotidiani locali a quelli internazionali dell’epoca. Stupisce come paradossalmente le testate delle città più vicine al conflitto presentassero meno notizie mentre gli inviati di guerra stranieri fornirono reportage approfonditi e accurati. Nel saggio si evidenzia che come era già accaduto per la guerra di Crimea incominciò a porsi per gli alti comandi la domanda su come gestire gli inviati dei vari giornali. Tra i giornalisti a mettersi in luce quel Henry J. Raymond fondatore e direttore del The New York Times che riuscirà in modo rocambolesco a far arrivare negli Stati Uniti il suo reportage, pubblicato il 12 luglio 1859, battendo tutta la stampa contemporanea sul tempo.