Allevare galline in casa: cosa far mangiare alle galline

 In Penne e piume

L’uovo vien dal becco: ammonisce così un antico detto contadino nel senso che la bontà delle uova deposte dipende da ciò che mangia la gallina.

Cosa deve mangiare una gallina, quanto e quando? Anche in questo caso basterà osservarne una mentre razzola nei campi: praticamente (quasi) di tutto, essendo un animale onnivoro. Stando alla mia esperienza, posso dirvi che tra un chicco di grano ed un vermetto, preferirà sempre il secondo.

Andiamo per ordine dunque.

Cosa deve mangiare? Il mangime in pellet o la confezione di granaglie miste è la base. Una gallina media ne consuma tra i 100 e i 150 grammi a testa al giorno. Praticamente una paletta di quelle medie che vendono nei consorzi è la razione per quattro cinque galline. Un sacco da venticinque chili vi può durare, se avete dieci galline, per poco più di una ventina di giorni.

I cereali dunque sono la base e potete scegliere tra il mangime confezionato o prendere i cereali e creare voi le vostre miscele: è una questione del tempo che avete a disposizione. Ecco, in alcuni mangimi sono presenti cereali OGM ma la cosa è sempre segnalata nella composizione: sappiatevi regolare secondo la vostra opinione sugli OGM.

Esistono anche mangimi specifici con funzioni mirate come ad esempio quello sverminante, da integrare alla razione ordinaria. I cosiddetti vermi sono infatti un problema da tenere a bada, responsabili della sonnolenza a volte letale dei nostri esemplari.

Quanto ai pulcini, nati da incubatrice o acquistati, per le prime settimane utilizzo solo il mangime ed introduco verdure e piccoli insetti per gradi.

Se avrete la fortuna di allevare una chioccia vedrete che penserà a tutto lei, dallo spezzare il mangime a richiamare con un caratteristico verso ripetuto i piccoli.

Conservate il mangime in un luogo asciutto, non esposto a luce diretta e in un fusto a prova di topo. E come dicevo nel precedente post possibilmente con una mangiatoia anti-spreco se non addirittura anti-ratto. Ricordatevi che la gallina tende per sua natura al disordine.

Seguono poi le verdure, da fornire in apposite rastrelliere mai buttate a terra, perché se non vengono calpestate e mescolate a deiezioni, diventano una fonte di potenziali malattie. Tra le verdure evitate le bucce di patata, i fagioli crudi e con moderazione i pomodori perché, come nel caso delle tartarughe, hanno effetti sull’assorbimento del calcio. Le galline sono ghiotte di zucca e dei loro semi che hanno un ruolo importante nel combattere la verminosi.

Stesso discorso anche per la frutta, sempre in appositi contenitori e possibilmente non ammuffita perché crea problemi anche ai nostri pennuti.

L’ideale sarebbe poi il pascolo perché fornisce quei microelementi per la dieta della gallina, svaga gli animali permettendogli di raspare, vi alleggerisce il consumo di mangime e migliora la qualità delle uova.  Le galline hanno modo così di mangiare quei sassolini che le aiutano nella digestione. Anche qui se disponete di poco spazio fare uscire dalle voliere le galline un po’ tutti i giorni oppure utilizzate un recinto mobile che permetta un consumo uniforme del prato: un prato senza più erba diventa solo garanzia di malattie e topi.

Se abitaste in un piccolo giardino, potreste provare a somministrare larve della farina di tanto in tanto o vermetti in genere, come quelli che si utilizzano per la pesca.

E gli avanzi di casa? Erano consigliati ai tempi di guerra nei vari manualetti stampati dalle nazioni in conflitto, lettura che consiglio ad ogni allevatore perché fonti di idee. Gli avanzi sono da utilizzare  sempre, soprattutto a in tempi di Covid 19, dati i rifornimenti difficili ma da usare con giudizio.

Evitare cibi troppo salati, i dolci, non eccedere con interiora o altro per non indurre in pica o cannibalismo: per il resto la gallina diventerà un utile alleata per rifornire il composter di ottima pollina. E il pane secco?

Con misura, dato che troppo alla lunga rallenta la deposizione, come dicono a Brescia stoppa le galline.

Potreste poi cimentarvi con i pastoni, come facevano le nostre bisnonne, con ricette che variano da zona a zona.

In una ciotola provate a mettere del grit, fondamentalmente gusci d’ostrica triturati che servono per il calcio oppure potreste dare i gusci di uova ma passati al forno e macinati, per non indurre le galline all’ovofagia.

Quanto all’acqua, come scritto nel post sul pollaio, sempre pulita e, di tanto in tanto, con un’aggiunta di aceto di mele/aceto bianco che ha la funzione di un blando antibatterico e mantiene in forma l’apparato digerente. Buoni risultati ho ottenuto fornendo yoghurt e latticello, di tanto in tanto.

E quando mangiano le nostre galline? Personalmente mi regole come i contadini di un tempo: una prima mezza razione dei cereali al mattino, quindi fuori al pascolo e quindi, grazie anche alla fibra mangiata durante la razzolata, seconda razione nel tardo pomeriggio. I risultati sono sempre stati confortanti. Il cibo andrebbe poi portato via dalle mangiatoie, tranne da quelle antiratto, per evitare il proliferare di ratti e altri animali. Ricordatevi che, come dicevano i nostri anziani, se vedete un topo ce ne sono almeno dieci in circolazione.

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